PANETTONI, PANDORI E TORRONI …. i più prodotti a livello industriale, i più commercializzati dalla grande distribuzione, i più consumati dagli italiani durante le festività natalizie.
In compagnia di queste dolci leccornie si brinda, si festeggia e si trascorrono piacevoli ore intorno alla tavola insieme a parenti e amici, a casa o al ristorante!!!
E allora come ogni Natale si aprono le confezioni e dopo un anno i sensi deputati ritrovano l’odore dello zucchero a velo, il sapore dell’uvetta, della frutta candita e delle mandorle. Dolci che si sciolgono in bocca e che agli attenti alla linea provocano non pochi sensi di colpa. Ma è Natale, e lo è una volta all’anno quindi via andare, alla dieta ci si pensa dopo le feste.
Insieme a panettoni, pandori e torroni prodotti da grandi marchi, ritroviamo anche quelli di produzione artigianale, più prestigiosi, meno economici, realizzati in quantità limitata da Maestri Pasticceri o da piccole realtà locali che si fregiano di ricette segrete e d’ingredienti legati al territorio.
E poi ci sono le specialità regionali e un Natale non è tale se in una tavola calabrese, siciliana e campana mancano i Turdilli, i Buccellati o gli Struffoli, il Panpepato in Umbria, il Panforte e i Ricciarelli in Toscana, le Cartellate in Puglia.
E le altre regioni? In ciascuna, un dolce della tradizione da gustare sotto l’Albero: in Piemonte il Tronchetto, in Trentino lo Zelten, la Bisciola in Lombardia, la Gubana in Friuli, il Pandolce in Liguria, il Certosino in Emilia-Romagna, il Bostrengo nelle Marche, il Pangiallo nel Lazio, il Parrozzo in Abruzzo, e il Sebadas in Sardegna.
Anche in tema dolci natalizi, il nostro è un paese da record: 21 specialità per 21 regioni.A proposito di dolci leccornie, sono in aumento i ristoranti e gli alberghi che si “attrezzano” per affiancare ai menù proposti dolci tipici della tradizione natalizia “homemade”.